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la tosse

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mi rassegno al non-senso del respiro

e non chiedo

- piuttosto credo -

in chi mi ha venduto

lo sciroppo del domani:

certo più dell’oggi.

 

 

 

 

 Alessandra Ponticelli Conti - 13/02/2014 09:11:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Non ci sono rimedi definitivi per il male di vivere, ma solo palliativi che, con l’inganno, ci illudono di stare bene. Una bellissima poesia nella quale, un malanno fisico resistente, si fa dolore esistenziale.
Complimenti Loredana! Le tue poesie sono sempre molto profonde e ci inducono a riflettere su temi assai importanti.
Un abbraccio
Alessandra

 Fiammetta Lucattini - 10/02/2014 15:17:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Metafora o realtà?
La tua sapiente ironia ammorbidisce anche il più aspro conato di tosse.
Bacioni.

 Loredana Savelli - 10/02/2014 13:02:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Tutto quello che dici, caro Lorenzo, è la speranza dei poeti.
Nel mio piccolo, è anche la mia.
La tosse viene e va via, si spera sempre di non perdere la bussola, di continuare a sorridere, a creare, fa niente se non muoviamo i sistemi solari, almeno muoviamo chi ci è vicino e soprattutto muoviamo noi stessi dall’immobilismo e dalla tristezza. Però quanto è fragile tutto, quanto fa paura a volte la notte, quanto bisogno abbiamo di sentire una parola "giusta". E spegniamo la televisione! Io in realtà la ignoro. Vorrei poter spegnere tante altre cose, chiudere gli occhi davanti ad altre, a volte tocca ingoiarle pur sapendo che non è tutto, che c’è dell’altro.
Farsi piacere la vita e alla fine apprezzarla davvero! Ciao e grazie.

 Lorenzo Mullon - 10/02/2014 11:45:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Solo una piccola domanda, a cui non è necessario rispondere.
Non vi sembra che tutto il teatrino della politica, dell’economia e correlati, sia costruito apposta per distoglierci da noi stessi, e quindi dalla comprensione di quello che realmente siamo?
A me il dubbio viene e rimane.
Se non proprio fatto apposta, è lì sempre al posto giusto e al momento giusto per fregarci.
Sembra un mondo zeppo di ostacoli proprio per imparare a saltare.
In questo senso è anche una straordinaria opportunità.
Chissà chi l’avrà creato...

È il nostro respiro a muovere il vento
siamo noi a far tremolare le stelle
dalle nostre mani crescono le montagne
e si aprono gli oceani
se ci guardiamo negli occhi
nasce un nuovo universo


 Franca Alaimo - 10/02/2014 00:28:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ho letto i commenti al testo, specie quelli di Lorenzo Mullon con le relative risposte di Loredana. Intanto, esco per un po’ dalla questione, per dire che, scorrendo i versi della poesia, si resta sorpresi dalla direzione inattesa che la descrizione di una notte insonnne, infastidita dalla tosse, prende nell’ultima strofa. E a questo punto ci si chiede se a questo domani dobbiamo crederci o no, o se la "tosse", politica e ideologia, continuerà. Perché, a me, pare che a questa tosse Loredana si riferisca; ma, come dice Lorenzo, noi leggiamo sempre noi stesso quando leggiamo gli altri.
La questione diventa più ingarbugliata se ci spostiamo sul piano esistenziale, in cui è impossibile avere fiducia nel domani se già non sentiamo la "gioia" dell’oggi ( cioè dell’essere nell’Essere) e del percorso assolutamente atemporale dello Spirito.
A parte tutto Loredanoa ha il merito di muovere la discussione intorno ai suoi testi!

 Lorenzo Mullon - 09/02/2014 16:16:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Ma io leggo quello che sono, cara Loredana, pur sentendomi solidale.
Non posso altro che leggere me stesso.
Buona guarigione!

 Loredana Savelli - 09/02/2014 14:03:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Caro Lorenzo, da un po’ di tempo quando metto giù qualcosa penso a ciò che ti farà "arrabbiare" : )). Ma mi ostino a non filtrare troppo, perché, come dici bene tu, le emozioni non vanno rimosse. Sappiamo bene quanto la scrittura aiuti a liberarsi delle emozioni più fastidiose e che, come ha detto divinamente Domenico pochi giorni fa, la gioia non parla, ascolta.

Fuori di metafora (vera o finta che sia), prova a dire a uno che è squassato da una tosse stizzosa e imperterrita (no, non io) se deve essere consapevole dell’oggi senza poter confidare in un medicamento che (forse) darà i suoi frutti domani, o, detto in altro modo, che le cose (anche la tosse) devono fare il loro corso, ma non bisogna disperare.

Un caro saluto, etciù! : ))

 Nando - 09/02/2014 12:44:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Una poesia esistenziale, tra le più "loredaniane" della Savelli,
che ha al centro dell’interpretazione del mistero della vita queste due parole "non-senso" e "credo", a ricordarci, a mia modesta lettura, che non possiamo spiegarci la vita, la quale molto spesso o sempre ci appare assurda (non è il caso ora di ampliare il discorso) e davanti il quale possiamo solo arrenderci con un coraggioso e stoico “io credo”; se non altro, nello stesso nonsense.

Ciao Lory

 Lorenzo Mullon - 09/02/2014 11:53:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Ci vuole una realizzazione nel presente, invece restiamo per tutta la vita incompiuti, con la promessa di un paradiso che, mi spiace tanto, non arriverà.
Non arriverà finché non comprendiamo che tutto sgorga dalla mente, dai pensieri e soprattutto dalle emozioni.
Siamo troppo concentrati sui pensieri, e non badiamo alle emozioni.
Quelle negative ci stanno trascinando nella morta gora.
Sembra il destino di un popolo.
Uomini e donne incompiuti.
Invece bisogna diventare consapevoli, e non mi sembra che ci stiamo davvero impegnando. No, non tu, cara Loredana. Noi tutti.
Se i poeti rinunciano per primi a comprendere il significato della poesia, se non indagano su come le emozioni possono trasformare la realtà, sulla potenza dello strumento che abbiamo a disposizione, chi lo deve fare? O aspettiamo di essere imboccati?
Altro che tosse

 Cristiana Fischer - 09/02/2014 10:37:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

leggera, come un’unghia sul vetro ;-)

 Maria Musik - 09/02/2014 08:55:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

e non chiedo, credo,
in chi mi ha venduto
l’eterno sciroppo del domani

Questi versi mi hanno colpita... Proprio ieri, qualcuno mi ha chiesto: "Credi tu questo?". Ed io avrei voluto urlare sì, ma non potevo.

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